Aloe, la pianta miracolosa
Una storia millenaria quella dell’Aloe, una pianta officinale dagli effetti incredibili. Scopriamola insieme, tra leggenda e verità.
Le origini dell’Aloe
L’habitat originario di questa pianta esotica sono le Antille e l’Africa del Sud.
Appartenente alla famiglia delle Liliacee, essa si presenta come un albero dal tronco corto (da 2 a 5 mm) con alla sommità una rosetta di foglie carnose, piene d’acqua (che dà loro il caratteristico rigonfiamento).
Grazie a questa riserva naturale, l’Aloe è in grado di resistere a lunghi periodi di siccità.
Il nome deriva probabilmente dal greco “àls-alòs“, che significa “sale”, e si riferiva forse al gusto amaro della pianta, che può essere assimilato a quello dell’acqua di mare.
Il suo utilizzo nella storia va dall’Oriente all’Occidente, ed ha origini antichissime.
Cleopatra, celebre regina d’Egitto, ne faceva utilizzo insieme ai bagni di latte, per preservare la sua bellezza.
Anche gli antichi romani conoscevano le sue proprietà cicatrizzanti, e utilizzavano questa pianta sotto forma di balsamo lenitivo, anche per curare le ferite dei soldati in guerra.
Plinio il Vecchio cita l’Aloe nel suo trattato enciclopedico “Historia Naturalis“, descrivendone le proprietà terapeutiche atte ad alleviare i disturbi dello stomaco, del mal di testa, i problemi di stipsi e le irritazioni cutanee. Addirittura, essa veniva consigliata come rimedio per la calvizie.
Perfino i Maya la utilizzavano contro i mal di testa. Inoltre, le donne che allattavano i propri figli, se ne cospargevano il seno: in questo modo lo svezzamento dei bambini era alquanto precoce, a causa del sapore amaro della pianta.
Tra leggenda e verità, scopriamo insieme quali sono le vere proprietà dell’Aloe.
Le fasi di lavorazione dell’Aloe
La parte dell’Aloe utilizzata per scopi curativi e cosmetici sono le foglie. In estate, quelle più esterne vengono tagliate e ne viene estratto il succo tramite la spremitura. Esso viene poi fatto bollire, per ottenerne un concentrato.
Dopo il raffreddamento, il risultato sarà una massa dura, nerastra e amara.
Grazie a questo caratteristico sapore, in passato l’Aloe veniva messa sui pollici dei bambini, per combattere l’abitudine a succhiarsi il dito.
L’Aloe così ottenuta contiene antrachinoni, tra cui l’Aloe lucido.
Esistono molte varietà di questa pianta e, nonostante la semplicità della sua lavorazione, essa è definita come la regina delle piante terapeutiche che esistono sulla Terra.
Da qualunque tipo di Aloe si possono ottenere due estratti, dalle proprietà chimico-fisiche molto diverse tra loro: il succo condensato e il gel.
Per uso interno, essa è utile come colagogo, lassativo e purgante. Per uso esterno trova impiego come cicatrizzante.

Tutte le proprietà dell’Aloe
Le principali proprietà del succo di questa pianta sono quelle lassative. Per questo, i suoi costituenti si ritrovano in molti farmaci, anche se essi devono essere assunti solo in casi particolari, dato che contengono antrachinonici.
L’Aloe è anche una componente dei liquori chiamati “fernet”, noti alleati per la digestione.
Per la preparazione del gel, si utilizza la parte centrale della foglia, la più gelatinosa. Il gel viene usato come antiinfiammatorio ed immunostimolante, per alleviare bruciature, eritemi, scottature e cicatrici.
In cosmetica, si ha un frequente uso dell’Aloe vera, che ritroviamo in moltissime creme e composti per la pelle, grazie alle sue qualità idratanti, disinfettanti e rigeneranti. Essa è infatti un ottimo nutriente per la nostra pelle, poiché stimola la produzione di collagene ed elastina.
Particolarmente indicata quindi anche d’estate, quando l’epidermide risulta più secca, a causa della frequente esposizione al sole.
Alcune controindicazioni
Nonostante le sue molteplici proprietà, che la fanno definire “una pianta miracolosa”, l’uso massiccio dell’Aloe presenta inevitabilmente qualche effetto collaterale.
Oltre al suo sapore amaro, sgradevole al gusto, il succo di Aloe può risultare dannoso a causa della presenza di antrachinoni. Essi sono infatti molto irritanti, e un uso prolungato può produrre ulcere nella mucosa intestinale.
E’ per questo che l’estratto deve essere sempre opportunamente diluito, e mai assunto puro.
Un altro accorgimento da adottare è non far uso eccessivo di questa droga.
Il suo potere lassativo, infatti, non ha un effetto immediato, ma impiega circa 6-7 ore per agire. In questa fase di attesa, è assolutamente sconsigliato assumere altre medicine analoghe o un’altra dose di Aloe.
Non si otterrà un risultato più veloce, ma anzi si potrà incorrere in spiacevoli effetti collaterali.
Da evitare anche un utilizzo troppo prolungato nel tempo.
Insomma, come in ogni cosa, meglio non esagerare.
L’assunzione di Aloe è sconsigliata nei periodi di gravidanza o durante la fase di allattamento. Essa infatti potrebbe andare a inquinare il latte materno, conferendo un sapore amaro che potrebbe danneggiare il bambino stesso. (Mamme dei Maya, la vostra consuetudine è da debellare!).
Sconsigliato anche l’uso durante il ciclo mestruale, dal momento che potrebbe aumentare eccessivamente il flusso di sangue.
Un buon consiglio conclusivo.
Per fare un buon uso del succo di Aloe e sfruttarne tutti gli effetti benefici, senza incorrere in spiacevoli fastidi, è dunque meglio rispettare le dosi consigliate e assumerlo per tempi non prolungati.
Le esigenze e le controindicazioni variano ovviamente da persona a persona, e dipendono dalle caratteristiche dell’organismo e dai medicinali di cui si può far uso.
Trattandosi di una pianta officinale, però, è sempre bene usare precauzioni e accorgimenti nell’utilizzo.
Da evitare la somministrazione di Aloe nei bambini.




